Miss Julie

di Liv Ullmann

SINOSSI
Una residenza di campagna in Irlanda intorno al 1880. Nel corso di una notte di mezza estate, in un clima di baldoria selvaggia e vincoli sociali allentati, la giovane Julie e John, cameriere di suo padre, ballano e bevono, si corteggiano e manipolano. Lei, altéra e superiore in cerca di avvilimento; lui, garbato ma grezzo, uniti nel disgusto e nell’attrazione reciproci. Di volta in volta seducente e prevaricante, selvaggia e tenera, la loro intimità li conduce a piani disperati e alla visione di una vita insieme... Nell’incertezza se il mattino porterà speranza o disperazione, Julie e John trovano la fuga in un atto finale sublime e terribile, come in una tragedia greca.
Miss Julie descrive una battaglia feroce per il potere e il dominio, condotta attraverso un gioco crudele e compulsivo di seduzione e repulsione.

MISS JULIE: DAL TEATRO AL CINEMA

Miss Julie è tratto dal dramma omonimo del grande drammaturgo svedese August Strindberg, scritto nel 1888 e messo in scena a Copenaghen l’anno successivo. Un tragico huis clos notturno tra Julie, giovane aristocratica, e Jean e Kristin, cameriere e cuoco di suo padre, la rappresentazione richiede un lavoro particolarmente complesso agli attori. 
Ritenuto osceno e proibito dalle autorità svedesi, Miss Julie non è stato messo in scena nel Paese di nascita di Strindberg fino al 1906 (al Lunds Studentteater), al tempo era già stato messo in scena in Danimarca, Germania e Francia. Nel corso degli anni, è diventata una delle opere più rappresentate del drammaturgo.
La prefazione di Strindberg alla pièce rivela l’essenza delle sue teorie drammaturgiche sul naturalismo e mette in luce gli aspetti vitali dell’opera. Miss Julie si attiene strettamente alle unità drammaturgiche classiche (di tempo, di luogo e di azione) e si sviluppa senza alcun intervallo e pausa. Questa “tragedia naturalistica”, come la chiama l’autore, attinge alla forza dell’orgoglio e del disprezzo come sorgenti del dramma. Così il confronto tra i suoi personaggi non è solo una lotta di classe, ma anche una battaglia dei sessi, per il potere e il dominio morale.
Guidata dalla speranza di sfuggire ai destini sociali in cui i personaggi sono condannati per nascita, questa lotta spietata porta inesorabilmente ad una tragica fine. Per Strindberg il drammaturgo è un trafficante di idee in forme facilmente accessibili. Il drammaturgo era un '”predicatore laico”, che diffonde idee moderne in forma popolare. Così la rappresentazione utilizza un processo di comprensione in grado di motivare un profondo mutamento nello spettatore.
In Miss Julie tutto si appoggia ai sentimenti come mezzo per esaltare il senso di identificazione del pubblico e il dialogo, finemente levigato, mira ad amplificare il realismo dei personaggi senza ricorrere ad alcuno degli espedienti teatrali consueti (simmetria, “temps morts” e così via). Gli elementi di sorpresa si basano sulle reazioni dei personaggi, impregnando l’azione con un potente naturalismo.
Bandito e censurato in tutta Europa alla fine del diciannovesimo secolo, Miss Julie è stato per lungo tempo considerato un lavoro socialmente e moralmente sovversivo, che incarna tutti i pericoli dell’era modernista. Numerosi studi critici hanno tentato di analizzare e interpretare il dramma, senza mai riuscire a esaurire il potere del suo mistero. Tutti concordano, tuttavia, che possiede una dimensione universale che va ben al di là di una semplice allegoria della società svedese del diciannovesimo secolo.

AL CINEMA. SCOPRI DOVE:
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Biografia del regista

Liv Ullmann ha recitato in undici dei film di Ingmar Bergman, tra cui Persona, Sussurri e grida, Scene da un matrimonio e Vergogna. La pluripremiata attrice norvegese è stata invitata come presidente della giuria ai festival di Cannes (2001) e Berlino (1984). È stata inoltre nominata due volte per l’Academy Award come migliore attrice. Negli anni novanta, Liv Ullmann si è rivolta alla regia (di film e rappresentazioni teatrali), dirigendo il film Sofie (1992) e Kristin Lavransdatter (1995) da lei stessa sceneggiati. Nel 1996 per la televisione svedese ha realizzato la miniserie Enskilda samtal. Nel 2000 ha raccolto un notevole successo con il dramma Faithless. Liv Ullmann ha diretto numerosi lavori teatrali, acclamati dalla critica in tutto il mondo. Di recente ha diretto Cate Blanchett, con recensioni straordinarie, nella sua produzione di successo di Un tram chiamato desiderio a New York e Sydney. Il suo ultimo lavoro come regista è stato Zio Vanja al Teatro Nazionale di Oslo.
Paese: Norvegia, Gran Bretagna, Canada, Usa, Francia, Irlanda
Anno: 2014
Durata: 124'
Genere: fiction
Fotografia: Mikhail Krichman
Montaggio: Michal Leszczylowski
Musica: Arve Tellfsen (violin), Truls Mørk (cello), Håvard Gimse (piano)
Con: Jessica Chastain, Colin Farrell, Samantha Morton, Nora Mcmenam
Produzione: Synnøve Hørsdal (Maipo Film - Norway), Oliver Dungey and Teun Hilte (The Apocalypse Films Company - UK) Co-Produttori: Tristan Orpen Lynch & Aoife O’Sullivan, Subotica (Eire) Rita Dagher, Senorita Films (France)


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