'Ultima chiamata!': l'ultimo concerto di Officine Schwartz e un film sui loro 30 anni di attività. Il 31 gennaio a Bergamo

«Ultima chiamata!», così s’intitola la serata che si tiene sabato 31 gennaio, dalle 21, all’Auditorium di piazza Libertà a Bergamo: protagoniste le Officine Schwartz e i loro trent’anni di attività musicale, tra musica dal vivo e proiezioni cinematografiche.

Il gruppo bergamasco, nato nel 1983 per iniziativa di Osvaldo Arioldi, ha deciso di proporre al pubblico la sua «ultima suonata». Impegnata in ricerche e sperimentazioni legate alla musica industriale, la formazione ha realizzato negli anni colonne sonore per film e spettacoli di danza e messo in scena decine e decine di performance in Italia e in Europa, impegnando nel corso del tempo quasi cento componenti tra musicisti, coristi, danzatori e performer.

 

Sul palco dell’Auditorium saranno in 11, un «reparto ritmi» che proporrà brani storici della formazione con alcuni degli strumenti che hanno caratterizzato l’attività delle Officine negli anni: percussioni realizzate artigianalmente, spesso riutilizzando scarti della produzione industriale. Ma non ci sarà solo musica: in programma c’è anche la proiezione di «Da qui alla ruggine», un film ideato dallo stesso Osvaldo Arioldi e prodotto da Lab 80, che racconta i trent’anni del gruppo attraverso il montaggio di vecchi filmati di concerti, performance e suonate come banda da strada (ci sono gli 8 millimetri degli anni ’80, i VHS degli anni ’90 e le riprese degli ultimi anni di attività), e di interviste a membri del gruppo e a personaggi la cui storia artistica e umana si è in qualche modo intrecciata con quella delle Officine.

 

Una delle voci è quella del regista Davide Ferrario, per cui le Officine hanno realizzato diverse colonne sonore: «Facevano una musica provocatoria, rude, si sentiva la presenza della fabbrica ma sapevano essere anche romantici, con il canto corale». Un’altra è quella di Dario Ravelli, storico tecnico di Suonovivo: «Per me era materia che arrivava dalla luna, mi chiedevano di registrare la caldaia, mi portavano i bidoni in studio di registrazione. E mi colpiva la serietà assoluta con cui lavoravano». E non mancano gli aneddoti: «Durante un concerto Osvaldo ha fermato tutti – dice il giornalista Matteo Uggeri -, poi ha guardato qualcuno nel pubblico che stava disturbando e ha detto “Abbiate rispetto, qui c’è gente che sta lavorando”».

 

Il film sarà proiettato in due momenti: prima della proiezione, nell’intermezzo e a seguire suoneranno non solo le Officine ma anche i Balthus e i Public Domain Resource & Tänzerin, i primi guidati dalla songwriter Silvia Zaira Righetti (con Osvaldo Arioldi alla chitarra) e i secondi impegnati in una loro versione di «Syntetico Cabaret», spettacolo delle Officine Schwartz del 1985, con forme coreografiche dell’epoca.

 

«Il percorso delle Officine è stato caratterizzato da momenti musicali molto diversi tra loro – dice Osvaldo Arioldi -. Abbiamo sempre cercato forme nuove, inconsuete. L’orchestra cambiava di continuo, una formazione durava pochi anni, poi si cambiava, per sperimentare qualcosa di diverso. Siamo nati per obiettare: abbiamo abolito i sistemi tradizionali della musica giovanile di quegli anni. Invece di un batterista con cinque tamburi eravamo in cinque con un tamburo ciascuno, realizzato con materiali di recupero della civiltà industriale. Abbiamo tolto il cantante front-man e inserito il coro, niente inglese ma brani in tutte le altre lingue, via la chitarra e al suo posto l’elettronica, quando ancora non c’erano i campionatori, facevamo tutto montando i nastri. Ne abbiamo fatte di ogni – conclude Arioldi -, compreso pescare dalla musica classica e tradizionale. Il nostro timbro era la curiosità».

 

Il primo spettacolo è stato a Bergamo, nel 1984, all’allora Cinema Excelsior di via Borgo Santa Caterina. S’intitolava «Tremenda valle di lacrime» e da subito aveva mostrato l’interesse delle Officine per la multimedialità: c’erano musica, danza e proiezioni. L’ultimo concerto è stato a Torino, nel 2011, alle Officine Grandi Riparazioni: scelte insieme ad altri nove artisti italiani dal MIAAO (Museo Internazionale delle Arti applicate Oggi), le Officine hanno offerto una delle loro performance elettronico-percussive in un luogo che rappresenta una delle ultime testimonianze della storia industriale del capoluogo piemontese.  

 

Ingresso alla serata 12 euro, ridotto 10, 8 euro per i soci Lab 80.

Sara Agostinelli •• Ufficio Stampa Lab 80 •• 0355781022 •• press@lab80.it